“L’anno degli odiati”

“The Year of the Hated”, così, incisivamente, il Washington Post guardando alla campagna in corso e all’esito delle primarie che hanno visto prevalere nei contrapposti campi due persone di certo maggiormente ‘odiate’ che amate.

Donald Trump, già noto assai prima della discesa in campo per le sue, diciamo così, eccentricità, per la malagrazia, per un particolare bullismo, è riuscito a dividere come mai prima (almeno, negli ultimi decenni) un partito repubblicano di per sé in grosse difficoltà.

Hillary Clinton, appoggiata dall’establishment dell’asinello e in qualche modo imposta attraverso l’utilizzo dei superdelegati, antipatica come è e non apprezzata da buona parte (i giovani bianchi le preferiscono Sanders e la ritengono l’espressione della vecchia e fallimentare politica che disprezzano) degli americani, si è confermata algida e distante.

E, considerato il clima non cavalleresco nel quale il confronto finale tra i due si articolerà, nulla fa presagire un finale di partita tra gentiluomini.

Tutt’altro!