Lasciamo perdere i sondaggi e le previsioni in vista del 2024

Per carità.
Già gli analisti, i cosiddetti esperti, i sondaggi non ne azzeccano una che sia una con i Caucus, le Primarie e le votazioni novembrine nel corso dell’anno elettorale e dovremmo tenere conto delle possibilità di questo o di quel candidato repubblicano quanto al 2024 adesso?
A caldo, i media sparano sul tema ipotesi assolutamente campate in aria.
Conviene saltare a piè pari ogni riga vergata in proposito, cambiare canale televisivo quando qualcuno ne parla.
Certo, storicamente, in anni abbastanza se non molto lontani, si sono dati numerosi casi nei quali risultava giusto pensare ad uno o più aspiranti alla nomination.
Peraltro – se guardiamo alle ultime campagne – il contrario.
Qualcuno davvero pensava che nel 2008 l’investitura democratica potesse sfuggire a Hillary Clinton?
E nel 2015, che fra i 17 candidati in vista del 2016 del Grand Old Party prevalesse Donald Trump?
E perfino quest’anno, verso fine febbraio, dopo Iowa, New Hampshire e Nevada, che il brutto anatroccolo degli Asinelli Joe Biden si potesse trasformare improvvisamente nel Principe Azzurro (stagionato, ma tale?).
Per carità.
Ovviamente, si può ritenere che Mike Pence abbia in mente di correre e, dopo tutto, è stato Vice.
Che Nikki Haley ci stia pensando.
Ma quale sarà la situazione politico/sociale/economico/amministrativa all’interno e la posizione in politica estera del Paese America? Qualcuno ritiene davvero in questo momento di poterlo dire e conseguentemente di avere la capacità di indicare un nome giusto per quelle incombenze?