Madison, James

Il più basso (un metro e sessantatre centimetri) tra i Presidenti americani e il più grande tra gli uomini arrivati a governare il Paese.
Tra gli uomini (inimitabile e inarrivabile nel contribuire con idee, scritti – buona parte dei ‘Federalist Papers’ – e atti alla nascita delle Istituzioni – dalla Costituzione al Bill of Rights – che formano le basi sulle quali si regge il sistema USA) e, per le difficoltà incontrate nell’esercizio dei suoi due mandati, non del tutto tra i Capi dello Stato.
Quanto alla sua avventura elettorale presidenziale, affrontò la prima campagna nel 1808, da Segretario di Stato in carica del predecessore e amico (a fianco del quale, come lui virginiano, aveva sempre operato ai tempi scontrandosi da Democratico Repubblicano con Alexander Hamilton) Thomas Jefferson.
Le votazioni, nella circostanza, durarono dal 4 novembre al 7 dicembre e, contrapposto al federalista Charles C. Pinckney, Madison conquistò centoventidue Grandi Elettori e dodici Stati prevalendo nettamente.
Quattro anni dopo, il Paese essendo in conflitto con la Gran Bretagna in quella che fu chiamata Guerra del 1812 (e che in effetti si prolungò fino agli inizi del 1815) sconfisse molto più difficilmente – decisiva la Pennsylvania – un differente rivale federalista, DeWitt Clinton, ottenendo tra il 30 ottobre e il 2 dicembre centoventotto Grandi Elettori contro ottantanove.
È questa la prima volta che una campagna presidenziale ha luogo e svolgimento durante un conflitto bellico.
Da ricordare che, per quanto alla fine il Trattato di Gand abbia confermato lo status quo ante, nei giorni 24 e 25 agosto del 1814, gli inglesi avevano occupato la capitale Washington, costretto il Presidente alla fuga e dato fuoco a diversi edifici tra i quali la stessa dimora ufficiale (che sarà chiamata Casa Bianca definitivamente dopo la conseguente ricostruzione) e il Campidoglio.
Apprezzato dai predecessori John Adams e Thomas Jefferson e vivendo gli USA un momento post guerra positivo, Madison lasciò lo scranno presidenziale nel marzo 1817 dopo due mandati avendo appoggiato nella campagna 1816 James Monroe, suo Segretario di Stato e successore.