Perché il Collegio dei Grandi Elettori vota il prossimo 14?

Nel 1792, il Congresso stabilì che i Grandi Elettori, formando il Collegio a ciò delegato, si esprimessero – riunendosi Stato per Stato nella capitale – per il Presidente il primo mercoledì del dicembre seguente le cosiddette votazioni presidenziali.
Le urne avrebbero dovuto essere aperte per la nomina degli stessi Delegati nei precedenti 34 giorni e in questo ambito temporale ciascuno Stato poteva indicare ai propri cittadini il momento.
Con una Legge Federale (la materia non è costituzionalmente regolata) del gennaio del 1845, fu poi deliberato che dalla successiva elezione del 1848, il voto che doveva portare alla scelta dei Grandi Elettori fosse fissato al primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile.
Molte le ragioni di questa determinazione e di differente natura.
La Religione che impediva ovviamente si votasse di domenica, giorno del Signore, nonché in Ognissanti.
Il fatto che il mercato avesse quasi ovunque tradizionalmente luogo di mercoledì.
Quanto al mese, che in una società nella quale comunque l’agricoltura e, meno, l’allevamento del bestiame erano importanti, novembre fosse relativamente più agibile per le questioni amministrative e politiche.
(Per inciso, è dal 1872 che le votazioni Congressuali si svolgono nelle medesime 24 ore).
Per qualche tempo (dal 1887), il Collegio si espresse il secondo lunedì del successivo gennaio (si entrava in carica il 4 marzo, va ricordato).
Poi, infine, dal 1936 (visto che nel 1933 si era decisa l’anticipazione dell’Insediamento al 20 sempre del gennaio seguente), come oggi ancora è, “al primo lunedì dopo il secondo mercoledì del dicembre dell’ anno elettorale”.
Ecco perché la riunione in questa circostanza si svolgerà il prossimo 14!