Possibile e a quali condizioni posticipare le elezioni novembrine?

È dal 1848 che, sulla base di una legge datata 1845, negli Stati Uniti le votazioni per l’elezione dei Grandi Elettori (ai quali è demandata la successiva nomina del Presidente) si svolgono “il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile”.
È seguendo questa disposizione che nel corrente 2020 le cosiddette Presidenziali sono fissate al 3 appunto del penultimo mese.
Mai successo finora – neanche durante la Guerra di Secessione – che la data in cotal modo identificata sia stata spostata.
Impossibile oggi sapere quale sarà l’andamento della epidemia in atto, fino a quando il Coronavirus imperverserà.
Come già detto in una precedente nota, lo ‘United States Code’ prevede la possibilità che gli Stati (ciascuno autonomamente, potendo comunque concordare la decisione), per cause che potremmo definire di forza maggiore che abbiano provocato il fallimento della votazione, convochino i comizi in una data successiva.
La norma (è del 1948) in verità afferma che ogni Stato provvederà alla bisogna sulla base della propria legislazione in merito.
A proposito si ricorda che parecchi Stati per un certo numero di occasioni a partire dalle prime elezioni hanno scelto i Grandi Elettori attraverso il voto dei rispettivi Legislativi non chiamando il popolo alle urne.
È di tutta evidenza che lo spostamento delle elezioni comporterebbe determinazioni conseguenti.
I Grandi Elettori una volta eletti devono infatti provvedere alla scelta del Presidente “il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del successivo dicembre”.
E il XX Emendamento prescrive che il Congresso – che deve ratificare la nomina – si riunisca alle dodici del terzo giorno del gennaio seguente.
Leggi apposite (del resto previste dal secondo comma del citato Emendamento), per la prima e per la seconda incombenza, possono regolare i mutati termini quando necessario.
Tutto inedito ed estremamente interessante.