Richard Nixon

Passato alla storia per via dello ‘Scandalo Watergate’ e delle conseguenti dimissioni (caso unico nella vicenda istituzionale americana), Richard Nixon va ricordato per altri accadimenti.
Vice di Dwihgt Eisenhower dal 20 gennaio 1953 al 20 gennaio 1961, si era candidato alla Presidenza nel 1960.
Persa di stretta misura e non senza giuste lamentazioni quella campagna elettorale (prevalse, come ognun sa, nella circostanza, John Kennedy), era stato altresì sconfitto nel 1962 nel tentativo di arrivare al Governatorato della California.
Apparentemente scomparso dalla scena politica, era invece tornato in sella nel 1968 anno nel quale, battuto il concorrente più agguerrito Nelson Rockfeller – ma anche George Wilcken Romney – aveva dapprima conquistato la nomination repubblicana e poi, a novembre, superato l’oppositore democratico Hubert Humphrey, la Presidenza agognata.
Scelto Henry Kissinger quale Consigliere per la sicurezza nazionale (lo designerà successivamente Segretario di Stato), si distinguerà in particolare per l’attività a livello internazionale.
Fra l’altro, al fine di arrivare alla conclusione della Guerra del Vietnam cercando in ogni modo di evitare di passare, come disse, per “il primo Presidente USA sconfitto in una guerra”.
Il suo maggior successo in politica estera resta peraltro l’apertura alla Cina Maoista.

Ben lungi dall’essere qualcosa di non ponderato, ben lungi dall’essere un colpo d’ala, l’idea di allacciare rapporti con la Cina comunista di Mao era nella mente di Richard Nixon da tempo, addirittura dall’anno precedente la campagna elettorale del 1968.
Ne aveva infatti scritto nell’ottobre 1967 in ‘Foreign Affairs’.
Una volta in sella, il Presidente repubblicano operò compiutamente in tale direzione.
Certamente, fra i molti provvedimenti, tra le molte iniziative intraprese, importante oltre ogni dire la decisione di votare contro ma di non porre il veto alla Risoluzione dell’ONU che ammetteva nel consesso la Cina nel contempo includendola al posto di Taiwan nel consiglio di sicurezza.
Correva l’anno 1971 che, in quest’ambito, sarà caratterizzato dalla strombazzata visita della squadra americana di tennis da tavolo nel paese asiatico (la cosiddetta ‘diplomazia del ping pong’) e soprattutto dalla missione segreta in quelle bande di Henry Kissinger tra il 9 e l’11 luglio, missione tesa a preparare la successiva, storica visita, annunciata il 15 luglio, del Presidente USA.
È tra il 21 e il 28 febbraio 1972, quindi, che gli Stati Uniti d’America e la Cina maoista davvero si incontrano superando barriere ideali, ideologiche, politiche e sociali di grande conto.
Si mirava alla costruzione di un clima di fiducia e dopo si opererà in tal senso.