Rubio, sofferente e obbligato, con Trump

Le cose non sono andate e non vanno bene a Marco Rubio.

Strabattuto in casa (la ‘sua’ Florida) da Donald Trump, ha dovuto mettere in un cassetto i sogni di gloria e ci si chiede se gli riuscirà in futuro di ritirarli fuori.

(A questo riguardo, mai dare per morto un candidato e, fra gli altri possibili esempi, basti qui fare riferimento a Richard Nixon, alla sconfitta rimediata ad opera di Kennedy nel 1960, alla batosta presa dopo allorquando fu battuto anche nella corsa al governatorato californiano e annunciò addirittura il proprio ritiro dalla vita politica, alla resurrezione del 1968).

Da gennaio, sarà anche fuori dal senato, visto che non corre per un nuovo mandato.

In tali ambasce, ha pochi giorni fa dichiarato che intende appoggiare Donald Trump.

Un endorsement articolato, ragionato e sofferto il suo.

Non quello di un opportunista.

Ha rimarcato che Trump non gli piace affatto.

Ha confermato i suoi giudizi negativi e i propri dubbi sul magnate.

Ha detto che comunque, a questo punto ed essendo il 2016 un anno elettorale davvero strano, non volendo vedere Hillary alla Casa Bianca, appoggerà, sia pure con riservatezza, The Donald.

Alla fine, più che un endorsement, un grido di dolore.