Scenari

L’un contro l’altro armati, quanto alla nomination democratica 2020, dopo i ritiri degli ultimi giorni e visto il risultato del Super Tuesday, restano in due (poche ventiquattr’ore fa nessuno l’avrebbe previsto): Joe Biden e Bernie Sanders.
Non solo, quello tra i due dato in ritirata visti gli esiti iniziali e aspramente criticato è in vantaggio e – a ben guardare, tenendo conto del sistema elettorale interno del partito dell’Asino – quasi certo della vittoria.
Certo per due fondamentali ragioni.
La prima consiste nel fatto che i delegati ‘normali’ vengono assegnati Stato per Stato in modo proporzionale e che pertanto il ‘socialista’ Sanders dovrebbe non vincere ma stravincere d’ora in avanti per arrivare al traguardo in testa.
La seconda è che, anche gli riuscisse – salvo potesse contare sulla maggioranza assoluta ed ottenesse l’investitura al primo ballottaggio – sarebbe certamente respinto nel secondo passaggio alle urne alla Convention dato che da quel momento colà voterebbero anche i Superdelegati, in larga maggioranza, secondo le direttive del l’establishment, schierati dalla parte di Biden (e sono settecentosettantuno).
Sostanzialmente, nel caso, la riedizione o pressappoco di quanto occorse nel 2016.