Sondaggi: ieri 9 punti per Hillary, oggi solo 3

Quello che non va è che i media, sulla base di sondaggi i cui risultati mutano nel giro di dodici (non ventiquattro) ore, arrivino a conclusioni definitive.

Ieri – è solo un esempio – Hillary Clinton era data da una rilevazione in vantaggio del nove per cento (la media degli esiti era inferiore, ma si dava risalto al nove).

Oggi, Reuters, parla di un tre (il che vuol dire, considerando il margine di errore, che la mette alla pari di Trump).

Ieri, si era addirittura (e ne abbiamo parlato) ipotizzato il ritiro del tycoon con un conseguente moto tellurico.

La verità è che, dopo il ritorno del candidato GOP verso la fine della convention di Cleveland, le cose sono tornate come prima.

La verità è che mancano tre mesi e due giorni al voto e che fino all’ultimo le cose possono cambiare.

Per fare solo un esempio, a luglio del 1988 il sondaggio del New York Times con la CBS dava Michael Dukakis in vantaggio su George Herbert Bush per il cinquantacinque per cento al trentotto: diciassette punti avanti!

Come andò a finire?

Cinquantatre a quarantacinque per Bush, quattrocentoventisei grandi elettori a centoundici dato che il candidato dell’asinello finì per vincere solo in dieci Stati più Washington D.C.

Una disfatta per colui che era stato a lungo il prediletto dagli elettori.