Super Tuesday history, un ‘momento’ quasi sempre decisivo

Il 3 marzo prossimo venturo saranno chiamati al voto per la nomina dei delegati alle Convention rispettivamente democratica (la sola che conti essendo quanto alla investitura Donald Trump in una botte di ferro) e repubblicana i cittadini dei seguenti Stati (California – mai tanto anticipata la consultazione nel Golden State – e Texas, i due maggiormente popolosi e più dotati di nominandi per l’impegno del Paese, compresi), Territori e associazioni:
Alabama
American Samoa
Arkansas
California
Colorado
Democrats abroad
Maine
Massachusetts
Minnesota
North Carolina
Oklahoma
Tennessee
Texas
Utah
Vermont
Virginia.
All’incirca un terzo del totale dei delegati in palio in un solo giorno.
Dal 1984 al 2016 compreso, nove a testa (e pertanto diciotto complessivamente) i Super Tuesday.
In diciassette occasioni (‘fallendo’ da questo punto di vista una sola volta, proprio nel 1984 tra gli Asinelli) il candidato nell’uno o nell’altro campo vincente ha poi conquistato la nomination.
Ecco la sequenza così articolata: anno, vincente dem, nominato dem, vincente GOP, nominato GOP.
1984, Hart, Mondale, Reagan, Reagan
1988, Dukakis, Dukakis, G. H. Bush, G. H. Bush
1992, B. Clinton, B. Clinton, G. H. Bush, G. H. Bush
1996, B. Clinton, B. Clinton, Dole, Dole
2000, Gore, Gore, G. W. Bush, G. W. Bush
2004, Kerry, Kerry, G. W. Bush. G. W. Bush
2008, Obama, Obama, McCain, McCain
2012, Obama, Obama, Romney, Romney
2016, H. Rodham Clinton, H. Rodham Clinton, Trump, Trump.
Con davvero ottima probabilità – dice la storia che ben di rado mente – la sera del 3 marzo sapremo quale tra gli aspiranti democratici alla nomination dovrebbe infine prevalere.
Va, peraltro, qui sottolineato che in tutte le circostanze sopra elencate i candidati in competizione nei due campi non sono mai stati numerosi quanto quelli (undici) oggi in corsa in vista della sfida a Donald Trump.
È possibile allora pensare ad una soluzione non definitiva (non solamente con riferimento alla giornata ma all’intera tornata Caucus /Primarie) e ad una Convention democratica ‘alla vecchia maniera’ e cioè ‘brokered’.
Nell’ipotesi, nessuno avendo conquistato prima dell’inizio del Congresso la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, il consesso potrebbe anche rivolgersi ad un ‘candidato di compromesso’ il cui nome finora non sia stato neppure preso in considerazione.
‘Alla vecchia maniera’, perbacco!