– Elezioni del 1820.
Il Presidente uscente James Monroe si ripresenta e, dopo una campagna elettorale per l’ultima volta nella storia delle Presidenziali senza avversari e pertanto assolutamente tranquilla, vince.
Passano quattro anni ed ecco una delle tornate elettorali più complicate.
Quattro i candidati tutti dello stesso partito (che è poi lo stesso di Monroe), il Democratico Repubblicano.
Nel confronto, aspro e combattuto, nessuno raggiunge la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori e la competenza passa, secondo il disposto del XII Emendamento, alla Camera.
Qui non prevale il primo per voti popolari e Delegati (Andrew Jackson) ma il secondo (John Quincy Adams).
Rottura, polemiche, dissoluzione del movimento politico in questione, nascita del Partito Democratico.
– Elezioni del 1908.
Teddy Roosevelt, Repubblicano, in carica dal settembre del 1901 a seguito della morte di William McKinley e vittorioso nel 1904, lascia volentieri all’erede designato William Taft la candidatura che va tranquillamente a buon fine.
Quattro anni e tutto cambia.
Teddy non è soddisfatto e chiede al partito una nuova nomination.
Non la ottiene.
Esce, forma una compagine improvvisata, conduce una campagna fuoco e fiamme, strabatte Taft e praticamente causa la vittoria del Democratico Woodrow Wilson che approfitta della divisione del campo avverso per prevalere.
– Due casi nei quali la tempesta è venuta dopo la quiete.