1936, Democratic Convention, il Sud perde il potere di veto

Philadelphia, 1936, dal 23 al 27 giugno ha luogo la Convention democratica che decide per la ricandidatura del ticket Franklin Delano Roosevelt/John Garner poi vittorioso a novembre.

Tutto come prima, quindi?

Assolutamente no!

È difatti questa la prima volta nella quale per ottenere la nomination basta la maggioranza assoluta dei delegati.

Fino alla precedente Convention, il regolamento del partito imponeva che per essere ufficialmente candidati fosse necessario il voto favorevole dei due terzi dei delegati stessi.

Certo, il cambiamento era anche giustificato dalle difficoltà incontrate, dalle infinite votazioni precedentemente occorse per determinare chi dovesse correre.

“Anche”, ho scritto, perché la ragione più profonda e vera era un’altra: togliere alle delegazioni degli Stati del Sud il sostanziale potere di veto che avevano.

Nessuno, fino al 1932 compreso, era stato designato senza essere gradito ai conservatori (a dir poco) sudisti i cui delegati erano, per via della maggioranza qualificata richiesta, indispensabili.

È a far luogo dal 1936 quindi che, lentamente, i democratici si aprono.

Riusciranno dipoi – a partire sostanzialmente da Lyndon Johnson nel 1964 – a prevalere nelle votazioni presidenziali non solamente nei momenti di gravi difficoltà dei repubblicani come dal 1860 era sempre capitato.