1968, a novembre due Vice in lotta per White House

Aveva provato nel 1960 Richard Nixon – vicario di Dwight Eisenhower per due quadrienni – a ripercorrere il cammino vittorioso che nel 1836 permise a Martin Van Buren di arrivare alla Casa Bianca da Vice Presidente – di Andrew Jackson – in carica e uscente.

Sconfitto nella circostanza da John Kennedy, sia pure di misura e con qualche rammarico, pareva rientrato nei ranghi.

Si presentava infatti in quel 1968, naturalmente per i repubblicani, “da resuscitato” visto che nel frattempo (nel 1962) aveva altresì fallito la scalata al Governatorato della California.

Si presentava avendo ottenuto la nomination entrando da front runner nella Convention e prevalendo colà su Nelson Rockfeller (che fra i propri collaboratori annoverava Henry Kissinger), su un certo Ronald Reagan, nonché su George Wilken Romney, padre dell’a noi più noto Mitt.

Tra i democratici, ritiratosi dalla gara il Presidente in carica Lyndon Johnson, spenta precocemente la stella del radicale Eugene McCarthy, pur essendo entrato nell’agone con un qualche ritardo, a maggio e ai primi di giugno si era fatto avanti Bob Kennedy.

Vinte le importanti Primarie della California, il destino crudele che si accaniva sui Kennedy, quella sera stessa, lo fulminò.

Assassinato Bob, la campagna democratica esplose.

(Non che in precedenza le cose andassero bene in quei travagliatissimi USA dato che il 4 aprile era stato ucciso Martin Luther King e che la Guerra del Vietnam dilaniava vite e coscienze).

Alla fine, nella Convention dell’asino in quel di Chicago, i delegati scelsero il Vice Presidente in carica (fino al 20 gennaio 1969) Hubert Humphrey.

Per la prima ed unica volta, si confrontarono due Vice, uno ex e l’altro uscente.

Trentadue a tredici (più il Distretto di Columbia) gli Stati per Nixon.

Trecentouno a centonovantuno i Grandi Elettori naturalmente per il GOP.

Non pochi osservatori considerano l’elezione 1968 come uno spartiacque.

Sarebbe in quella circostanza finito l’effetto della ‘New Deal Coalition’ che aveva avuto ampia voce in capitolo negli ultimi trentasei anni, anni nei quali il dominio democratico era stato interrotto solo da Dwight Eisenhower.