“A nuoto fino ad Hanoi”

Ci sono molti modi per perdere una elezione.

Forse, il più sicuro, è quello di non capire assolutamente il momento.

Un caso davvero esemplare da questo punto di vista è quello riguardante la campagna elettorale USA del 1972.

Presidente in carica e ovvio candidato del GOP Richard Nixon.

Fuori corsa praticamente da subito in casa democratica Edmund Muskie, la nomination andò al Senatore del South Dakota George McGovern.

(Nel ticket, con lui, un collega del Missouri, Thomas Eagleton, di lì a poco costretto a lasciare per questioni riguardanti suoi problemi psichici, ma questa è un’altra storia).

Uomo assolutamente perbene, da sempre oppositore del coinvolgimento americano in Vietnam, su posizioni radicali quanto ai restanti numerosi problemi, risultò in quel momento del tutto inadatto ad opporsi con qualche concreta speranza a Nixon.

Nel corso della campagna, per di più, intransigente quale era, si alienò le simpatie di larga parte della base democratica.

Quanto al Vietnam, affermò  che per arrivare alla pace sarebbe andato a nuoto fino ad Hanoi.

Atteggiamenti e frase che in altri momenti sarebbero forse stati giusti politicamente parlando ma non allora, in quella temperie.

Risultato?

Una disfatta: cinquecentoventi Grandi Elettori a diciassette per Nixon e la conquista, oltre che del Distretto di Columbia, unicamente del Massachusetts riuscendogli di perdere anche nel suo Stato.

Peggio di lui, solo quanto a Grandi Elettori perché alla pari come Stati (vincerà nel Minnesota e nel Distretto) nel 1984 Walter Mondale.