Alabama
Entrato nell’Unione nel 1819, lo Stato dell’Alabama – come gli altri che avevano aderito alla Confederazione del Sud e perso la Guerra di Secessione – ha partecipato a tutte le elezioni presidenziali possibili (visto l’anno di sua ammissione dal 1820) tranne che a quella del 1864, svoltasi mentre il conflitto fratricida perdurava.
Quarantanove, quindi, le presenze dello Stato con capitale Montgomery.
Ha votato una volta Whig e in una circostanza Democratico Repubblicano ai vecchi tempi.
Si è distinto altresì particolarmente per avere dato i propri Grandi Elettori nel 1948 a Strom Thurmond e nel 1968 a George Wallace.
Per il resto, in ventinove occasioni ha votato democratico e in sedici per il GOP.
Ventisei volte per il candidato vincente.
Da quando – 1856 – si fronteggiano i due partiti che ben conosciamo, asini ed elefanti, si è espresso lungamente per i democratici (con qualche eccezione) e infine, dal 1980 invariabilmente per i repubblicani.
È oggi non da oggi soltanto, quindi, un ‘Red State’ e, anche guardando alla consistenza della sua delegazione congressuale, difficile che qualcuno possa pensare nel 2020 ad un voto contrario a Donald Trump.
Nove Grandi Elettori sui quali il tycoon dovrebbe senz’altro poter contare.