‘Ballott access’

Maggiore il numero degli Stati – superando le cui disposizioni, sostanzialmente i cui limiti, quanto ai requisiti richiesti per essere ammessi al voto novembrino – nei quali i partiti o i candidati indipendenti hanno attenuto il ‘ballott access’, maggiore il numero di Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni) componenti il Collegio che effettivamente nomina il Presidente a disposizione.
Naturalmente, più ‘facile’ la conquista della Executive Mansion.
Naturalmente altresì, i due soli partiti che hanno diritto per i trascorsi all’ammissione nelle cinquantuno (agli Stati dal 1964 si aggiunge nella circostanza il Distretto di Columbia) circoscrizioni e conseguentemente al voto di tutti i cinquecentotrentotto Electors sono il Democratico e il Repubblicano.
Asinelli ed Elefantini a parte, alle ore 0,45 del 6 maggio la situazione era la seguente:
Constitution Party, tredici Stati più sette nei quali è possibile il write-in (scrivere cioè sulla scheda il nome di un candidato non già nella stessa esplicitato) per centoventisei più cinquantanove Elettori;
Party for Socialism and Liberation, quattro Stati diciamo così normali più nove White-in, ripeto, per ventitre più settanta;
Robert Kennedy jr, nove più sette per centoquattordici più sessanta;
Cornell West, sei più cinque uguale a trentanove più cinquantanove;
Green Party, ventidue più otto, cioè duecentosessanta più sessantadue;
Libertarian Party, trentotto più cinque pari a trecento ottantaquattro più cinquanta Electors.

Occorre ricordare che gli Electors sono distribuiti tra gli Stati proporzionalmente al numero degli abitanti quali risultano nei Censimenti decennali nell’anno con finale zero (il primo nel 1790, l’ultimo nel 2020 ed il prossimo nel 2030) ed è questo il motivo per il quale, per esempio, i cinque Stati write-in (fra loro evidentemente uno o più membri dell’Unione elettoralmente ‘pesanti’) contano un maggior numero di Electors dei sei, per così dire, ‘normali’.

6 maggio 2024