“Be a nine days’ wonder” 

Cambridge Dictionary: “To be a cause of great excitement or interest for a short time but then quickly forgotten”.
Espressione in uso per indicare accadimenti, persone od altro che per uno spazio di tempo limitato sono stati sotto gli occhi di tutti, ai quali si è dedicata grande attenzione, e che in un breve volgere di tempo sono stati dimenticati.
La prima citazione a me nota risale al 1325, nelle ‘Harley Lyrics’, in inglese antico.
Più moderna, datata 1465, quella nelle poesie scritte durante la prigionia, durata ben venticinque anni, dopo la battaglia di Agincourt (grafia inglese di Azincourt) da Carlo, duca di Valois-Orleans.
La prima volta che venne usata con il significato che le diamo oggi è databile 1633, nella poesia ‘The Temple’ di George Herbert, santo per i Luterani.
Ora, guardando alla campagna in corso negli States per le Nomination democratica e repubblicana, a quanti tra i protagonisti succederà di essere stati in primissima pagina per qualche piccolo tempo e poi scomparire?
Per dare un’idea in proposito, qualcuno ricorda davvero i nomi di tutti i diciassette aspiranti alla investitura repubblicana del 2016 o degli oltre venti democratici in agitazione nel 2020?
Storici a parte, Nikki Haley e Ron DeSantis esclusi, chi, per dire, avrà immediata contezza di Asa Hutchinson votato da meno dell’uno per cento (0,2, invero) dei GOP in Iowa?

22 gennaio 2024