‘Brokered and contested Convention’

1924: occorsero centotre ballottaggi e diciassette giorni per arrivare alla scelta del candidato democratico (poi perdente) alla Presidenza, il record in casa Asinello quanto a lunghezza di una Convention.
1880: trentasei le votazioni in casa repubblicana nella circostanza, il primato tra gli Elefantini.
Quindici dal 1832 le ‘brokered Conventions’ (così sono definiti i Congressi partitici ai quali nessuno dei candidati arriva avendo una maggioranza di delegati precostituita e si vota ripetutamente) tra i democratici e nove tra i repubblicani.
(Per la storia, fino al 1932 compreso, la maggioranza richiesta era dei due terzi la qual cosa nel partito che era stato di Andrew Jackson consentiva alle delegazioni degli Stati del Sud di avere una forza contrattuale decisiva e manteneva a destra, alla conservazione quel movimento politico).
In luogo di ‘brokered’ spesso si usa dire altresì ‘contested’.
Non è corretto farlo.
‘Contested’ è una Convention nella quale tra l’inizio dei lavori e la prima votazione uno dei candidati riesce a trovare alleanze che gli consentano di vincere alla prima votazione evitando lungaggini.
Memorabile il 1976 repubblicano.
Gerald Ford difatti prevalse su Ronald Reagan proprio coalizzando i voti necessari nelle battute iniziali della kermesse.