Buon gusto? Etica? Ben poco hanno a che fare con una campagna elettorale

Guardando alle elezioni in generale ed oggi in specie alle Presidenziali americane laddove maggiore è l’evidenza, uno degli atteggiamenti più sbagliati, fuorvianti, è quello di giudicare eticamente i comportamenti e le parole dei candidati ed ipotizzare i conseguenti esiti sulla base del corrente e proprio buon gusto.
Di tutta evidenza, ed è a questo che infine porta la democrazia, il candidato in campagna elettorale deve puntare alla raccolta del massimo numero di voti e se, come ovviamente è visto il reale livello degli aventi diritto, per raccoglierli deve esprimersi fuori dalle righe, volgarmente, violentemente, lo fa e ne ha giovamento.
Esaminando in particolare l’azione in atto, già in precedenza messa in gioco, e le espressioni usate da Donald Trump, ridicolo criticarlo, come invariabilmente si fa, riferendosi ai citati etica e buon gusto.
Per di più, controproducente, perché le osservazioni di quanti poi verranno indicati agli elettori vicini come elitari e “puzzaalnaso”, motivandoli, li convinceranno di certo maggiormente.
Divertente (?!?!) che l’atteggiamento di condanna illustrato sia proprio dei democratici (in generale e partiticamente negli States) che così facendo dichiarano apertamente il disprezzo che provano per un certo tipo di elettorato, di persone quindi.
Il loro sostanziale rifiuto della democrazia.
Del resto, non è appunto parlando dei sostenitori di Trump che Hillary Clinton nel 2016 li definì “deplorables”, pertanto a suo modo di vedere indegni?

4 febbraio 2024