Calendario e introduzione al tema

Il calendario elettorale dell’anno nel quale avranno luogo le sessantesime Elezioni americane prevede – al termine del tradizionale, articolato momento di confronto interno ai due partiti egemoni (degli altri mette poco conto parlare) tramite Caucus e Primarie – lo svolgimento della Convention repubblicana a Milwaukee dal 15 al 18 luglio e di quella democratica a Chicago dal 19 al 22 agosto.
I seggi saranno aperti martedì 5 novembre e il Collegio Elettorale procederà alla effettiva nomina lunedì 16 dicembre.
La successiva ratifica congressuale è in programma il 6 gennaio 2025 e l’Insediamento avrà luogo due settimane dopo, il 20, a mezzogiorno.

L’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America non è diretta – ad opera cioè del popolo degli aventi diritto al suffragio – ma di secondo grado.
Gli elettori comuni (e pertanto scritti con l’iniziale minuscola, i quali pur avendo a diciotto anni diritto al voto devono per esercitarlo iscriversi alle liste elettorali) – fatto salvo il discusso, assai contestato, suffragio postale anticipato, in molti Stati concesso e vieppiù importante – sono chiamati dalla tornata del 1848 a scegliere gli Elettori delegati (iniziale maiuscola identificativa perché hanno il compito di eleggere effettivamente il Presidente, distribuiti in proporzione al numero degli abitanti locali quale risulta dal Censimento decennale, effettuato per la prima volta nel 1790 – l’ultimo nel 2020 – e comunque pari nella consistenza al totale dei Congressisti ai quali lo Stato ha diritto, attribuiti, con l’eccezione del Maine e del Nebraska essendo in materia la competenza statale, con il winner takes all method per il quale il candidato che prevale per voti popolari conquista tutti i Delegati in palio) il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre (mese ritenuto meno impegnativo quanto all’impegno lavorativo in una società allora dedita principalmente all’agricoltura e all’allevamento – non semplicemente il primo martedì per evitare la coincidenza con la festività di Ognissanti essendo all’epoca della determinazione la religione decisiva, ragione per la quale non si vota la domenica riservata al Signore e lasciando il lunedì a disposizione per il trasferimento nei luoghi nei quali erano a quel tempo i non diffusissimi seggi… – nel 2024, da sottolineare, per la sessantesima volta risalendo la prima al 1788/89, pertanto, il giorno 5 del penultimo mese annuale).
Gli Elettori (iniziale maiuscola, si ripete), componenti il Collegio appunto Elettorale, riuniti per Delegazione nella capitale dello Stato di rispettiva appartenenza, provvedono quindi alla bisogna il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del dicembre seguente (e pertanto nel 2024 il giorno 16 del mese conclusivo dell’anno).
Essendo dalle votazioni del 1964 cinquecentotrentotto i suddetti (cresciuta la loro consistenza con l’aumentare del numero dei membri dell’Unione risultando la prima volta sessantanove), la maggioranza assoluta degli stessi è pari a duecentosettanta.
I verbali delle singole riunioni statali vengono inviati al rinnovato (anch’esso, il predetto primo martedì dopo il primo lunedì del penultimo mese dell’anno) Congresso che deve ratificare il risultato il 6 gennaio successivo.
L’Insediamento del Capo dello Stato avviene poi due settimane dopo, il 20, con una cerimonia che inizia a mezzogiorno nel corso della quale l’eletto giura nelle mani del Chief della Corte Suprema.
(A questo proposito – ricordato che George Washington in modo anomalo si insediò il 30 aprile 1789 e che a ricevere il suo impegno non fu il Presidente della Corte perché il consesso non esisteva ancora – dal 1793, anno seguente la seconda chiamata alle urne, al 1933 compreso successivo alla prima vittoria di Franklin Delano Roosevelt, la solennità aveva svolgimento più avanti il 4 marzo a celebrare il giorno nel quale nel 1789 era entrata in vigore la Costituzione).
Ovviamente, l’Insediamento e il giuramento del Vicepresidente succeduto in carica hanno luogo secondo necessità.
Va qui rammentato che fino al 1844 incluso i seggi non erano (teoricamente, considerato il continuo incremento del voto per corrispondenza) aperti un solo giorno articolandosi l’operazione per più tempo, all’incirca un mese.
Così anche che è possibile (accadde nel 1824) che nessun candidato conquisti la maggioranza dei Delegati e che la competenza in materia di effettiva elezione passi alla Camera dei Rappresentanti, laddove, nei successivi ballottaggi, il peso degli Stati è pari a uno votandosi per Delegazione cosa che fa sì che, per dire, la California, il più popolato Territorio, e il Wyoming, il meno abitato, contino ugualmente.
Nel caso in cui (nel 1836 fu così) a mancare la maggioranza sia il Vicepresidente la nomina spetta al Senato dove ogni singolo membro si esprime liberamente.
Si è naturalmente fatto cenno ai candidati dei partiti in competizione (dal 1856, avendo effettiva voce in capitolo fra i molti comunque marginalmente presenti, si confrontano il Democratico e il Repubblicano, il primo sostanzialmente in corsa dal 1828 e il secondo, fondato nel 1854, quell’anno esordiente) la cui selezione avviene con un meccanismo che si è andato formando nel tempo ed è, oggi non solo da oggi, articolato tra Caucus, Primarie e Convention.
Al termine del percorso che chiama al voto gli elettori (in altri tempi la nomenclatura aveva decisamente molto maggior se non esclusivo peso), in sede di Convention (sostanzialmente, il congresso del movimento) si addiviene alla Nomination, l’investitura ufficiale.
Con il candidato alla Presidenza, dal 1804, a formare il ticket, il proposto Vice.
Nella stessa sede, i partiti stendono la Platform, il programma.
Tornando ai cinquecentotrentotto Elettori, il fatto accennato che ciascuno Stato conti su un numero d’essi pari alla consistenza della propria Delegazione congressuale – essendo dal citato 1964 impegnati per l’elezione tutti i cinquanta membri dell’Unione più il Distretto di Columbia – fa sì che tanti siano, dato che in totale i Senatori (in carica per un seennio e divisi in tre classi di pari consistenza che vanno al voto ogni due anni e quindi anche in coincidenza con le Mid Term Elections fissate a metà mandato presidenziale) sono cento, i Rappresentanti (che contano su un mandato di due anni ragione per la quale vanno alle urne totalmente sia in concomitanza delle votazioni per gli Elettori che nelle Mid Term) quattrocentotrentacinque, spettandone inoltre tre al District stesso.
E visto che si è appena detto che i componenti la Camera Alta sono cento va qui spiegato che tanti sono per via del fatto che ciascuno Stato ne nomina due ed essendo cinquanta gli stessi…
Non esiste pertanto una disposizione che indichi in cento i Senatori.
Se ne contavano meno prima (agli esordi, ventisei dato che tredici erano gli Stati) e aumenterebbero di numero se nuove entità entrassero a far parte della Confederazione.
Ancora, può capitare (ed è occorso nel 1876, nel 1888, nel 2000 e nel 2016, sempre a danno dei Democratici!) che il vincitore per voti popolari a livello nazionale perda per la consistenza degli Elettori conquistati.
Come detto, questi fondamentali Delegati, in quarantanove casi su cinquantuno (perché si esprime anche il citato Distretto), vanno tutti al candidato che localmente ha avuto più suffragi.
Facendo per chiarezza riferimento alle votazioni del 2016, Hillary Rodham Clinton ha avuto nei confronti di Donald Trump un vantaggio enorme di approvazioni in California, cosa che alla fine l’ha fatta prevalere in questo campo, e perso in altri Stati per un pugno di preferenze finendo in totale sconfitta in sede di Collegio Elettorale.
Forzatamente a chiudere (come diceva John Stuart Mill: “Su tutti i grandi temi, molto resta da dire”), Joe Biden è il quarantaseiesimo inquilino della Executive Mansion (fu chiamata White House dopo la ricostruzione conseguente l’incendio appiccato dagli Inglesi il 24 agosto 1814 e questa è un’altra storia) ma solamente il quarantacinquesimo individuo ad abitarvi perché nella numerazione ufficiale il Capo dello Stato eletto due volte non consecutivamente (come Grover Cleveland che è difatti sia il ventiduesimo che il ventiquattresimo elencato) non mantiene lo stesso numero ordinale.
Volendo, solo tre i Presidenti USA non wasp, ovvero white, anglo-saxon, protestant:
John Kennedy, cattolico
Barack Obama, nero
Joe Biden, cattolico.

Divertissement

Le votazioni per l’Executive Mansion non hanno avuto tutte luogo in coincidenza con gli anni bisestili perché il Calendario Gregoriano vuole che gli anni fine secolo che non siano divisibili per quattrocento tali non vengano considerati.
Per conseguenza, il 1800 e il 1900, non il 2000, quando si è comunque votato, non lo sono stati.

Il limite di due elezioni dettato dall’Emendamento del 1951 fa sì che la massima permanenza possibile alla Executive Mansion di un Presidente immediatamente rieletto sia di 2922 giorni (sei anni normali e due bisestili).
Però, se i due quadrienni consecutivamente ricoperti fossero stati quelli 1797/1801 e 1801/1805 o 1897/1901 e 1901/1905, per quanto sopra appena detto e cioè che il 1800 e il 1900 bisesti non furono, il totale sarebbe stato 2921.
Ove effettivamente il confronto 2024 fosse tra Joe Biden e Donald Trump, si avrebbe la seguente situazione:
Biden prevale ed essendo confermato consecutivamente resta elencato quale quarantaseiesimo Presidente essendo come visto la quarantacinquesima persona ad esercitare il potere esecutivo USA.
Vince Trump che, restando in quanto predecessore il quarantacinquesimo Capo dello Stato, con l’intervallo di un quadriennio, diventa anche il quarantasettesimo.
In questo caso, il successore di Trump nel 2028 sarebbe il quarantottesimo Presidente ma solo la quarantaseiesima persona!

12 gennaio 2024