Candidarsi nel posto giusto: argomentazioni

9 febbraio 2017.
Il Senatore repubblicano dell’Alabama Jeff Sessions entra in carica come Attorney General con Donald Trump e ovviamente rinuncia all’incarico congressuale.
Agosto dello stesso anno: Tommy Tuberville, un famoso ex allenatore di football, lascia la Florida e si trasferisce proprio in Alabama.
Il suo intento è candidarsi per lo scranno di Sessions il cui mandato è in scadenza il 3 gennaio del 2021 (i Congressisti federali entrano in carica il 3 di gennaio dell’anno seguente la votazione novembrina).
Ebbene, il trascorso 14 luglio Tuberville – battendo nettamente proprio Sessions che a seguito di vari dissapori con Trump aveva lasciato l’incarico ministeriale e cercava di tornare alla Camera Alta – ha effettivamente vinto le Primarie senatoriali del Grand Old Party nello Stato con capitale Montgomery conquistando il diritto di candidarsi in sua rappresentanza.
Ha il previdente Tuberville l’appoggio del Presidente che vede in lui una carta particolarmente buona per riconquistare al partito un seggio che nel frattempo è passato, con una elezione suppletiva, al debole democratico Doug Jones.
È il percorso – con il mirato cambio di residenza come base – seguito dall’ex coach non dico abituale ma negli Stati Uniti abbastanza in uso.
Capita quindi che un repubblicano intenzionato a ricoprire un incarico congressuale si guardi in giro, eviti Stati e seggi saldamente democratici così come titolari appartenenti al suo stesso movimento ben radicati e si muova.
Altrettanto occorre faccia, con i medesimi accorgimenti, un democratico che nutra la stessa intenzione.
Nel caso specifico, data la situazione politica e il ‘momento’ (è il 2020 anno unico e si spera irripetibile) probabilmente (mai essere certi), la lungimiranza di Tuberville consentirà al partito repubblicano di mantenere sia pure col brivido la maggioranza senatoriale nel biennio 2021/2023.
La qual cosa, se Trump fosse confermato, darebbe al tycoon un sostegno importante, mentre se alla Casa Bianca succedesse Joe Biden darebbe al neo eletto notevole fastidio.
Guardare lontano è anche in politica (dove non lo sarebbe?) ottima cosa.