Comprare la Groenlandia? I precedenti

Non ci deve assolutamente meravigliare della proposta trumpiana di acquisto della Groenlandia.

I precedenti storici sono decisamente molti, a partire dalla ‘Louisiana Purchase’, 1803, il Trattato con il quale gli Stati Uniti d’America di Thomas Jefferson acquistavano dalla Francia Napoleonica l’immenso territorio sostanzialmente lungo il fiume Mississippi dal quale col tempo sarebbero nati una quindicina di Stati.

Alla fine, tra corrispettivo concordato e risarcimenti vari, una spesa di oltre ventitre milioni di dollari dell’epoca.

L’acquisto nel 1819 dalla della Florida, colonia spagnola, non comportò esborsi specifici ma si basò (cosa determinante) sull’impegno preso dagli USA, malgrado molti cittadini americani vi si stessero trasferendo, di non avanzare pretese sul Texas.

(Nel 1836, saranno gli americani texani a rendersi indipendenti entrando poi nell’Unione nel 1845).

Fu al termine in seguito (1848) della Guerra Messicana che col Trattato di Guadalupe Hidalgo gli USA, acquisito un vastissimo territorio (i futuri Stati dell’Ovest, California compresa), pagarono al confinante Stato a meridione quindici milioni.

L’Alaska dai Russi – lo zar era a corto di fondi – fu acquistata nel 1867 per sette milioni e duecentomila dollari.

I quattrini vennero usati anche dopo la Guerra Ispano Americana.

Il Trattato di Parigi del 1898, oltre a riconoscere l’indipendenza di Cuba, consegnava agli Stati Uniti le Filippine, Guam e Portorico.

In cambio, venti milioni.

E non va qui dimenticato che già Harry Truman ai suoi tempi aveva messo invano gli occhi sulla Groenlandia.

Vedremo.