Considerazioni a proposito della Baia dei Porci

Ha il Presidente Trump in questi giorni celebrato i ‘reduci della Baia dei Porci’.
Motivi anche elettorali (gli esuli cubani sono numerosi, all’incirca il 20 per cento, in Florida e il Sunshine State è determinante ai fini di una sua riconferma) lo hanno spinto in questa direzione.
Ora, storicamente, la spedizione che ricordiamo con questo nome segna uno dei più gravi insuccessi americani.
L’intera operazione anti castrista era stata ideata e preparata dalla Amministrazione Eisenhower ma fu autorizzata e messa in atto da John Kennedy.
Quel 17 aprile del 1961 tutto andò assolutamente storto e la sconfitta, oltre che militare, fu diplomatica.
L’idea di una invasione ad opera di fuoriusciti veniva invero dal vicino 1954.
In quell’anno – sempre Eisenhower a White House – la CIA aveva organizzato una antesignana operazione del genere in Guatemala.
Il Presidente democraticamente eletto di quel Paese, Jacobo Arbenz Guzman – considerato un pericoloso rivoluzionario – fu disarcionato proprio facendo invadere il suo Paese da guatemaltechi legati a precedenti regimi ed esiliati.
Il successo (momentaneo, perché, in conseguenza, Che Guevara, colà partecipe degli eventi, decise di passare alla clandestinità e alla guerriglia con gli esiti che sappiamo) raggiunto fu d’ispirazione per lo sfortunatissimo tentativo sopra ricordato e da Trump commemorato.
Ne bis in idem, in qualche modo.