Cruz-Kasich, la santa alleanza

La missione (non impossibile ma difficile) è quella di impedire a Donald Trump di raggiungere la fatidica soglia dei milleduecentotrentasette delegati prima della convention, di bloccarlo quindi, impedendone la nomination al primo scrutinio e puntando a un rimescolamento delle carte in tavola tale da consentire a un differente candidato GOP (peraltro, difficile possa essere uno di loro) di provare a vincere la general election l’8 novembre prossimo.

A tal fine, ecco che i due contendenti del magnate hanno raggiunto un accordo.

Lasciando perdere gli Stati nei quali si vota martedì 26 aprile (è troppo tardi per indirizzare secondo convenienza i suffragi), a partire dall’Indiana, il 3 maggio, Ted Cruz e John Kasich si daranno reciproco sostegno operando, a seconda dei casi, l’uno a favore dell’altro, cercando così di impedire a Trump di arrivare primo e di conquistare i conseguenti delegati.

Per capirci e per fare un esempio, nel citato Indiana, Kasich chiederà ai propri elettori di concentrarsi su Cruz – meglio posizionato colà nelle intenzioni di voto – mentre dipoi in Oregon e nel New Mexico sarà il senatore texano a rendere il favore, dato che si pensa che in quei due Stati sia l’uomo dell’Ohio ad avere un maggior gradimento.

Un accordo che Trump ha subito attaccato con veemenza affermando, non senza ragione, che si tratta di un gesto disperato messo in atto da due persone matematicamente battute.