Davvero notevole il caos elettorale

Limitiamoci alle elezioni per la Executive Mansion senza prendere in esame le regole che governano Caucus e Primarie (diverse da partito a partito e da Stato a Stato, con particolarità interne estremamente variegate).
Non addentriamoci nelle differenti composizioni delle Convention e nell’esame del funzionamento dei ballottaggi.
Parliamo solo, in generale ed evitando le specificità, della campagna, diciamo così, finale.
Quella che si conclude “il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile” con la nomina dei Grandi Elettori.
Quella che porta successivamente ai lavori del dagli stessi composto Collegio Elettorale che effettivamente vota per il Presidente “il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del successivo dicembre”.
Ebbene
– i candidati alla Presidenza devono iscriversi come tali nei singoli Stati e le norme relative alla iscrizione possono essere e spesso sono differenti prevedendo requisiti e comportamenti non uniformi, anzi
– il metodo adottato per la nomina dei citati Grandi Elettori è di competenza statale e Maine e Nebraska non seguono le regole degli altri Stati (non adottano il ‘Winner takes all’)
– il voto anticipato e quello postale non sono ammessi ovunque e laddove lo siano sono regolati differentemente quanto ai tempi di inizio delle operazioni, di chiusura delle stesse, di controllo delle irregolarità e agli scrutini
– i membri del Collegio decembrino poi sottostanno a regole diverse anche qui secondo gli Stati alcuni dei quali consentono loro di votare differentemente rispetto agli impegni in precedenza presi mentre altri lo vietano.
E fermiamoci qui perché non è necessario entrare in ulteriori dettaglietà bastando assolutamente quanto esposto ad evidenziare un disordine elettorale quasi certamente unico al mondo!