Degli USA e della Cina, secondo Henry Kissinger

Un saggio indispensabile ‘On China’, 2011, di Henry Kissinger, imprescindibile al fine di affrontare sulle solidissime basi storiche che vengono esposte nei primi capitoli e delle seguenti e conseguenti articolazioni determinate – oltre che da numerosissime visite e incontri cinesi ai massimi possibili livelli – dalle memorie di un uomo che del rapporto USA/Cina, volendo e meglio, Occidente/Cina, dagli anni Settanta del trascorso Novecento è stato a tutto tondo protagonista, il tema ‘vero’ del Secolo inaugurale del Terzo Millennio.
Nella Prefazione si trovano queste infinitamente implicanti righe:
“… le due società si sentono entrambi portatrici di valori unici.
L’eccezionalità che gli Stati Uniti si attribuiscono implica un atteggiamento missionario, l’obbligo di diffondere i propri valori in ogni angolo del globo.
L’eccezionalità della Cina è invece un dato culturale.
La Cina non cerca di fare proseliti.
Non pretende che le sue attuali istituzioni abbiano valore oltre i suoi confini.
Ma è l’erede della tradizione del Regno di Mezzo, che classificava tutti gli altri Stati secondo una scala gerarchica calcolata sulla loro maggiore o minore conformità alle istituzioni della politica e civiltà cinese.
In altre parole, attribuiva un valore quasi universale alla propria cultura”.
Anche.
Altresì.
Chissà?