‘Doleras’

Il dollaro – il cui nome viene da lontano visto che discende in linea diretta dal tallero (thaler), moneta d’argento coniata nel sedicesimo secolo dai conti Schlick di Sassonia chiamata poi ‘doleras’ dagli spagnoli allorché cominciarono a farne uso in specie nelle loro colonie d’oltre oceano – fu scelto per tempo dai colonizzatori nordamericani come mezzo di regolamentazione monetaria.
E’ nel 1775, però, che ‘nasce’ la prima banconota cartacea: il cosiddetto ‘dollaro continentale’, basato sostanzialmente sui crediti dei singoli Stati.
I ‘continentali’ ebbero vita breve e subirono una assai rapida svalutazione in ragione dell’assenza di vincolo tra la quantità di moneta emessa dalle banche e la quantità di oro e argento disponibili per l’eventuale conversione.
Già nel 1786, quindi, il sistema finanziario americano crollò.
Sei anni dopo, precisamente il 2 aprile 1792, il Congresso dei neonati Stati Uniti, su iniziativa dell’allora Ministro del Tesoro Alexander Hamilton, fissò per legge (Coinage Act) la parità argentea ed aurea del dollaro istituendo così il sistema bimetallico in merito al quale lungamente si discusse e che venne a cessare solo nell’anno 1900.
Sebbene la coniazione effettiva della moneta in questione abbia avuto avvio nel 1794 per l’argento e nel 1795 per l’oro, è nel 1793 che, con l’inizio di attività della Zecca americana avente sede a Filadelfia, videro la luce i centesimi e i mezzi centesimi.
Primo vagito della valuta che regola ancora oggi, non più senza competizione, i mercati internazionali.

2 maggio 2024