E a livello nazionale, come stanno le cose?

I sondaggi, si sa, anche in tema di presidenziali (e di più quanto a primarie e caucus), sono fatti per essere smentiti.

Infiniti gli esempi.

Il più famoso, quello relativo alle elezioni del 1948.

Tutti si aspettavano – l’avevano previsto senza tema di smentita appunto i sondaggi – l’uscita di scena del presidente Truman e l’elezione del repubblicano Dewey.

I primi risultati davano ragione ai rilevatori e non pochi giornali uscirono con un titolo che strillava ‘Dewey batte Truman’.

Al contrario, vincendo soprattutto verso e all’Ovest, il successore di Franklin Delano Roosevelt restò benissimo in sella.

Ecco, quindi, che occorre prendere con le pinze il recentissimo sondaggio a livello nazionale della Quinnipiac University il cui esito, comunque, va reso noto.

Ebbene, incredibilmente se si pensa solo a poche settimane fa, Hillary Rodham Clinton è stata quasi raggiunta nelle intenzioni di voto dem dal rivale Bernie Sanders.

La situazione?

L’ex segretario di Stato al quarantaquattro per cento contro il quarantadue del senatore socialista.

Più grave ancore per Hillary il confronto a livello di general election.

Qui, la Clinton batterebbe Trump di cinque punti, sarebbe alla pari con Cruz e perderebbe addirittura di sette punti percentuali con Marco Rubio.

Sanders, invece, sconfiggerebbe Trump di dieci e i due candidati latini di quattro.

Per i democratici, così stando le cose, meglio affidarsi al senatore del Vermont, dunque.