E se Clinton deve essere sostituita?

Allora, a quel che dicono i suoi medici, Hillary ha la polmonite.

Non che la polmonite sia da prendere alla leggera, tutt’altro.

Ma potrebbe venirne fuori anche abbastanza velocemente.

Resta però il fatto che la candidata dell’asinello, anche per questo episodio, dimostra di non avere la salute che un presidente deve avere.

Andando indietro, non si è mai avuto storicamente il caso di un ‘nominato’ dipoi costretto a rinunciare e sostituito.

Le regole interne ai democratici prevedono che il candidato deceduto o comunque costretto all’abbandono venga sostituito con un altro scelto dal Comitato Nazionale del partito.

I media – già scatenati ben prima che si pensi davvero a una simile ipotesi – parlano nel caso di Bernie Sanders, di Joe Biden, di John Kerry, magari di Elizabeth Warren.

Che Hillary torni presto in pista, ci si deve augurare umanamente parlando.

Certo che se resta in corsa, politicamente, i dubbi riguardanti la salute dell’ex first lady peseranno eccome.

Sia in campagna – saranno usati dai rivali – sia nella scelta degli elettori l’8 novembre.