Gli sconfitti: Jesse Jackson

Per quanto il Presidente Obama sia stato spacciato per afroamericano – non lo è affatto come specifico in nota e non solo per via della madre, bianca – dopo l’antesignana Shirley Chisholm (peraltro, eletta alla Camera e mai realmente in corsa per White House), della quale ho già trattato, l’unico nero che abbia partecipato alle primarie di un partito di rilevanza nazionale mostrandosi in grado di ottenere notevoli e confortanti risultati è stato Jesse Jackson.
In corsa tra i democratici nel 1984, anno nel quale, poco appoggiato in quanto ritenuto un cavallo perdente, conquistò comunque una buona messe di voti popolari, nelle successive consultazioni in vista della Nomination per il novembre 1988 vinse in ben undici Stati risultando competitivo fino all’ultimo.
Andata dipoi la candidatura a Michael Dukakis – nettamente sconfitto da George Herbert Bush – tornò ad occuparsi di questioni sociali, ambito nel quale si era già illustrato al seguito di Martin Luther King.
Da ricordare in particolare la costituzione da parte sua della cosiddetta ‘coalizione arcobaleno’ che tendeva appunto a coalizzare tutte le minoranze razziali USA per avere ragione della allora (molto meno, oggi) dominante in campo economico struttura di potere bianca e maschile.

NB.
Per ‘afroamericano’ si intende un nero discendente da schiavi portati in catene negli Stati Uniti.
Di più e venendo a tempi a noi maggiormente vicini, è da considerarsi tale la persona che, in aggiunta, nasca e viva – salvo riuscire ad uscirne tra grandi difficoltà con i propri mezzi – nelle classiche malfamate e mal abitate periferie urbane delle città USA.
Infine, che non abbia avuto facile accesso all’istruzione, massime a quella universitaria.
Barack Obama non incarna nessuna di queste specificità.

2 maggio 2024