Gli sconfitti: William Wirt

Ottocento.
Seconda metà degli anni Venti.
La vita politica USA sembra dominata dalla Massoneria.
Per limitarci ai protagonisti dell’epoca di maggior taglia, Henry Clay come Andrew Jackson erano ‘fratelli’.
Una serie di eclatanti accadimenti – tra i quali, importantissimo, il denunciato rapimento e l’uccisione di un ex massone che aveva svelato il presunto malaffare conseguente al dominio delle logge – creò il clima adatto per la nascita di un partito nazionale appunto Antimassonico.
Del fatto mette conto parlare con qualche particolare attenzione perché tale movimento, in vista delle elezioni presidenziali del 1832, decise di presentare un proprio candidato alla Casa Bianca.

A tal fine, nel settembre del precedente 1831, si svolse a Baltimora una Convention dei delegati del neonato ed in fin dei conti effimero schieramento per decidere leader e programma.
Era la prima volta in assoluto che la scelta si concludeva in una Convenzione nazionale.
Subito, democratici e whig fecero altrettanto e così dipoi si sarebbe operato e, lo vediamo, si opera anche ai nostri giorni.

Dalla predetta Convention, emerse la figura di William Wirt (per inciso, di origini svizzere, come in precedenza Albert Gallatin addirittura nativo di Ginevra).
Uomo di Stato, già lungamente (dal 1817 al 1829, sotto James Monroe e John Quincy Adams) Procuratore Generale USA, il Nostro condusse nel citato 1832 una difficilissima battaglia naturalmente minoritaria.

Contro di lui, oltre ai due pesi massimi sopra citati Andrew Jackson – democratico, al momento amatissimo e in cerca di un secondo mandato – e Henry Clay anche l’indipendente John Floyd all’epoca Governatore della Virginia.

Concluderà catturando un ‘solo’ – attenti a definirlo così visto che quella fu la prima volta nella quale un terzo ne conquistò uno – Stato (il Vermont), ottenendo il suffragio di un discreto otto per cento dei votanti ed assicurandosi sette Elettori componenti il Collegio che effettivamente nomina il Presidente.

18 aprile 2024