“Grand’uomo. Sarà un ottimo Presidente!”

John Quincy Adams, Herbert Hoover, al limite James Madison…
All’opposto, Harry Truman e, volendo, Warren Harding…
A parte, che so?, Robert Taft per un verso e Adlai Stevenson per un altro…
Guardi ai primi e dici:
“Uomini eccezionali.
Avranno fatto benissimo alla Casa Bianca”.
Guardi ai secondi e dici:
“Cosa mai avranno potuto combinare di buono a White House questi due mediocri individui?”
Pensi a Robert Taft e ti dispiace che non sia mai riuscito ad ottenere neppure la nomination.
Guardi a Adlai Stevenson e concludi:
“Meno male che ha perso: troppo intelligente e complesso per amministrare bene”.
E sei anche convinto che Mitt Romney, avesse indovinato i tempi, avrebbe grandemente brillato in sella.
E, Taft e Romney a parte, tutte queste certezze hanno storicamente avuto risposte opposte a quanto ipotizzavano.
Quincy Adams, Hoover e perfino il vero Padre intellettuale della Patria Madison, per un fortissimo vento (le circostanze, gli accadimenti) contrario.
Truman – che veniva dal nulla o peggio – che ha governato decisamente bene.
Harding, che, chiamando a sé, al gabinetto, i migliori, ha dimostrato acume e intelligenza.
Il ruolo?
L’adattamento?
Diceva Napoleone: “Voglio Generali fortunati!”
Già.