Herbert Hoover, il grande uniformatore

Occorre prima di tutto essere fortunati.
Guardate per dire ad Herbert Hoover.
Tutti volevano che diventasse Presidente (vedremo a breve perché).
Democratici, repubblicani e indipendenti.
Il 4 marzo del 1929 entra in carica (per il Grand Old Party) e il successivo 29 ottobre ecco il patatrac: crollo a Wall Street e inizio della Grande Depressione.
Colpa sua?
In meno di otto mesi era riuscito a mandare tutto all’aria?
Certamente no.
Ma era seduto sullo scranno presidenziale in quel momento e fu identificato come ‘il’ responsabile.
Al punto che nel successivo 1932, in lotta per la conferma, di lui se ne dissero davvero delle belle.
Si chiamarono ‘coperte Hoover’ i giornali avvolgendosi nei quali i poveri cercavano di coprirsi nei giorni freddi.
Sì raccontò – era peraltro in qualche caso vero – che gli autostoppisti, per costringere le macchine a caricarli, sventolassero cartelli con la scritta “Se non mi dai un passaggio voto Hoover”.
Ebbene, questo ingegnere prestato alla politica e tirato da destra e manca per le qualità dimostrate, aveva voluto per sé (con Harding e con Coolidge, da 1921 al 1928) il Ministero del Commercio e aveva colà impostato e portato a termine un lavoro colossale e determinante per il futuro del Paese.
Certo, quanti non capiscono che uniformare la filettatura delle viti e dei dadi è essenziale perché altrimenti – mille essendo prima di lui le filettature usate – non si costruisce o fabbrica nulla se non con enorme perdita di tempo e fatica non capiscono.
Hoover standardizzò tutto lo standardizzabile e così facendo diede agli Stati Uniti quella uniformità di mezzi che, ovviamente non da sola ma insomma, permetterà loro – finita la terribile Depressione – di volare (come fu necessario fare durante la Seconda Guerra Mondiale e come fecero dopo e fanno ancora) diventando la prima potenza mondiale altresì dal punto di vista economico.
Un eccezionale Segretario al Commercio e un mediocre Presidente.
Benedette – se ti permettono di fare secondo capacità ed estro – o maledette – quando ti tolgono perfino la speranza – circostanze!