Hillary: si parla dei possibili vice

Spianata la strada verso una quasi certa nomination, Hillary Clinton si guarda d’attorno.

La scelta non e’ facile, non pochi essendo i personaggi politici in corsa.

Certo, scegliendo il proprio vice occorre tenere conto di mille fattori.

In generale, in primo luogo, deve avere una posizione ideale e ideologica tale da coprire le eventuali mancanze del nominato.

Nel caso specifico, deve essere in grado di rivolgersi ai giovani bianchi e agli anti sistema che a frotte hanno finora seguito il rivale Sanders.

Occorre poi sia un ‘running mate’ geopoliticamente ben collocato.

Nel caso di Hillary, qualcuno che provenga da uno Stato di differente area e ricco di delegati.

E non converrebbe dare un’occhiata alla etnia, visto che in specie i latinos vanno emergendo?

E’ dal combinato disposto di questi e mille altri dettati, difficilmente ma necessariamente unificabili, che dovrebbe venire fuori il nome ‘giusto’.

(Si parla di Elisabeth Warren – due donne a comporre la squadra? Mah?)

Alla fine – e’ la dannazione della politica attuale negli USA – prevarra’ la scelta considerata piu’ politicamente corretta.

Dopo un nero alla presidenza, dopo una donna capo dello Stato in pectore, perche’ non pensare a un lgbt (comunita’ comprendente lesbian, gay, bisexsual e transgender) o a un handicappato di qualche fatta?

So bene che parlando di una signora non si dovrebbe mai fare riferimento all’eta’, ma non sarebbe male – considerando che Hillary nel 2020 avrebbe settantatre anni – se il vice, con ogni probabilita’ destinato a succederle al compimento del quadriennio, fosse soprattutto (e molto) in gamba!