Hillary, un candidato debole

Nel mentre Wall Street sembra guardare a Trump come a un possibile vincitore (una novità, per quanto non assoluta).

Nel mentre il medesimo Trump nomina Steven Mnuchin – un noto e affermato uomo d’affari di ottima ed inserita famiglia – suo nuovo ‘fundraiser’.

In questo mentre, il Washington Post si chiede se in effetti Hillary Rodham Clinton non sia un “candidato debole”.

(Qualcuno tra i repubblicani è arrivato a dire che la signora sia “il più debole candidato dem dai tempi di George McGovern”!)

Certo, il lungo, logorante confronto con un periferico e semisconosciuto politico, per di più sedicente ‘socialista’, quale è Bernie Sanders non le giova: non doveva, in effetti, da ‘candidato inevitabile’, secondo tutte le aspettative vincere ogni resistenza per ko?

Certo, è oramai documentato in tutto il Paese che il suo vero elettorato è costituito dalla minoranze etniche e che i giovani bianchi non la sopportano né supportano e questo è grave in vista della general election.

Certo, i sondaggi in prospettiva 8 novembre sono meno favorevoli, se non preoccupanti, in Stati che i democratici ritengono assolutamente loro come la Pennsylvania e addirittura il New York.

E va a tale proposito ricordato che la forza dei candidati alla Casa Bianca democratici sta in primo luogo nel fatto che gli Stati blu – quelli che usualmente votano per l’asinello – sommano un numero di delegati superiore rispetto ai più numerosi ma meno popolosi Stati rossi – quelli che votano abitualmente repubblicano.

E se questa forte base scricchiola come pare…

Ora, da qui a dire che l’ex first lady sia in crisi ne corre.

Ma Trump, tra accuse e difese, tra veri e presunti scandali, tra prese di posizione che i media ritengono negative e additano al pubblico ludibrio e che gli elettori – un certo tipo di elettori – invece apprezzano, è costantemente in breccia rubando alla rivale la scena.

E, non dimentichiamolo, come ha di recente ribadito Gian Antonio Stella in un intenso e documentato articolo sul Corriere, gli Stati Uniti restano un Paese fortemente maschilista!