I diversi metodi di attribuzione dei delegati in vista delle Convention

Ricordate?

Per dire, nel 2008, in corso Primarie e Caucus, i democratici portarono avanti fino all’ultimo il confronto Hillary Clinton/Barack Obama.

Ancora, nel 2016, sempre l’asinello decise solo alla fine o pressapoco tra la stessa Clinton e Bernie Sanders.

Di contro, nel 2008, i repubblicani scelsero prima, temporalmente, John McCain.

E perfino nel 2016, pur dovendo arrabattarsi tra diciassette contendenti, conclusero più velocemente a favore di Donald Trump.

Questione di scelte quanto al sistema appunto adottato in fatto di elezioni dei delegati congressuali.

Il Partito Democratico li assegna a ciascun candidato Stato per Stato proporzionalmente al numero dei voti dallo stesso riportati la quale procedura può logorare gli elettori.

Il Partito Repubblicano li conferisce usando nella maggior parte dei casi il metodo ‘winner take all’ – ‘assoluto’ quando i delegati vengono tutti assegnati al contendente primo classificato qualsiasi sia la percentuale da lui raggiunta, ‘relativo’ quando il primo li ottiene solo se ha superato il cinquanta per cento (altrimenti, si passa al proporzionale).

Conclusione riguardo al sistema repubblicano?

Consente di velocizzare la scelta che però vede in molti casi buona parte del partito del singolo Stato invero contrario al vincitore.

Difatti, se tutti delegati del territorio X vengono conferiti con il predetto ‘assoluto’ a colui che ha preso, che so?, il quarantacinque per cento vuol dire che il cinquantacinque gli era invece contrario.

E può voler significare che poi, nelle votazioni novembrine, i battuti decidano in parte di astenersi dal voto.

Problemi in tutti e due i casi.