I vice subentrati a White House

Lo sappiamo, una vasta letteratura che ha largamente influito sull’immaginario collettivo rappresenta il vice presidente USA come un personaggio di seconda schiera, molto spesso tenuto in disparte dal capo dello Stato, assai raramente partecipe delle decisioni governative.

Non si bada pertanto molto in sede elettorale al running mate dei candidati.

Eppure, non pochi i vice che a seguito della morte  – o, nel solo caso di Richard Nixon, delle dimissioni del titolare – sono arrivati a ricoprire il massimo incarico.

Il primo in ordine di tempo fu John Tyler, succeduto a William Harrison nel 1841.

Il secondo, Millard Fillmore, vice di Zachary Taylor in carica dal 1850.

Poi, Andrew Johnson, subentrato a Abraham Lincoln nel 1865.

Il quarto, Chester Arthur, arrivato alla Casa Bianca nel 1881.

Ancora, Theodore Roosevelt, in sella dal 1901.

Calvin Coolidge, succeduto nel 1923.

Harry Truman, presidente dal 1945.

Lyndon Johnson, subentrato nel 1963.

Infine, Gerald Ford, a Washington dal 1974.

Nove, quindi.

In percentuale, su quarantaquattro presidenti, un numero notevole.

Occorre, di conseguenza, cercare di conoscere meglio i due attuali running mate: uno tra loro potrebbe essere in futuro il quarantaseiesimo inquilino di White House.

Per incidens: la residenza presidenziale non era originalmente denominata Casa Bianca.

Inaugurata nell’anno 1800, fu data alle fiamme dagli inglesi nell’estate del 1814 e solo dopo la ricostruzione venne così chiamata.