Il determinante voto dei neri quanto alle Primarie democratiche

Quarto in Iowa.
Quinto nel New Hampshire.
Secondo nel Nevada.
Primo in South Carolina.
Così, Joe Biden laddove si è votato tra il 3 e il 29 febbraio.
Nei due Stati che tradizionalmente ospitano il Caucus e la Primaria che danno il via alla corsa per la nomination l’elettorato bianco è pari o superiore al novanta per cento.
In Nevada, ‘First in the West’, la percentuale white diminuisce.
Per ridursi notevolmente nello Stato per definizione e guardando al calendario ‘First in the South’.
I neri contano a livello nazionale all’incirca il dodici per cento dell’elettorato ma sono il ventiquattro per cento di quanti si recano alle urne nelle consultazioni riservate ai democratici.
Le statistiche relative al 2016 dicono poi che nel Sud arrivano a pesare tra gli Asinelli il trentasette per cento.
Meno neri meno voti, più neri più suffragi per Biden nelle consultazioni interne la conclusione.
Meno bianchi meno voti, di contro, per Sanders.
Lo si sapeva?
Certamente.
Anche se commentando gli esiti delle votazioni d’inizio febbraio la maggior parte degli analisti lo aveva dimenticato.

Ora, il fatto che, per dire, in Alabama i neri abbiano pesato addirittura per il quarantanove per cento nell’elettorato recatosi alle urne può voler dire che il 3 novembre prossimo, nel giorno nel quale si vota per i Grandi Elettori, lo Stato in questione passerà al campo democratico dopo avere ininterrottamente appoggiato i repubblicani dal 1980?
Una bella domanda.