Il (la) più ‘potente’ Vice della storia, quello (a) di Biden?

Il termine (da Joe Biden stesso fissato) si sta avvicinando.
È difatti l’1 agosto prossimo che il ‘presumptive nominee’ democratico dovrà (dovrebbe) svelare il nominativo del (della, visto che ha dichiarato che sarà una Signora) secondo componente del ticket dell’Asino.
Ora – sia uomo o donna – qualche attento analista già parla di una scelta non simile alle precedenti.
Non dello stesso peso e significato.
Questo perché, se voluto dai più, Biden sarebbe il ‘matusalemme’ tra tutti gli inquilini dell’Executive Mansion della storia compiendo i 78 anni pochi giorni dopo le elezioni e – faccia tutti gli scongiuri possibili – sia per ragioni fisiche che mentali (per non parlare del decesso in carica che è percentualmente possibile al 21 per cento secondo i conti fatti dal professor Jay Olshansky che ha guardato ai dati in proposito di tutti i candidati da Washington in poi) in possibili se non probabili difficoltà nel quadriennio seguente il 20 gennaio 2021, data dell’insediamento.
Dovrà, pertanto, il Vice essere sempre al corrente e partecipe di ogni decisione e azione esecutiva ed amministrativa nonché capace di portarla a termine.
Cosa non particolarmente frequente in passato, salvo rare eccezioni.
Il fatto che tale necessità sia nota a tutti, poi, cosa può significare elettoralmente, in specie se l’eventuale sostituto dell’eletto non convincesse i votanti?
Un lavoro difficile, quindi, quello al quale attende da tempo lo specifico staff del candidato esaminando curricula e personalità.
Ne vedremo esito e conseguenti reazioni.