Il Texas ‘diverso’ ipotizzato e cercato da Lamar

Mirabeau Lamar, secondo Presidente della Repubblica del Texas, successore e predecessore nella carica del ‘Padre della Patria’ dello Stato della Stella Solitaria Sam Houston.

Vale la pena eccome di parlarne sia pure in poche righe.

Vale la pena essendo ai tempi (primi anni Quaranta dell’Ottocento) Lamar un tenace oppositore dell’ipotesi (poi, ahilui, realizzatasi nel 1845) di una  entrata – attraverso la conclusione di un apposito Trattato – dell’ex territorio messicano resosi indipendente nel 1836 nell’Unione, negli Stati Uniti.

Pensava Lamar invece e di contro ad un ‘Grande Texas’ che arrivasse, annettendo i territori allora ancora soggetti al Messico, al Pacifico.

Perse, il Nostro – che aveva fatto coniare un ‘dollaro texano’ e operato grandemente a favore dell’istruzione pubblica – e ben lo sappiamo.

Perse, peraltro riuscendo ad ottenere notevoli riconoscimenti a livello internazionale dello Stato che presiedeva.

Criticabile per altri versi qui non affrontati (in specie il deprecabile atteggiamento nei confronti dei nativi), va Lamar ricordato anche per avere deciso che capitale del Texas dovesse essere Austin.

Ribattezzò in cotal modo un allora piccolo insediamento fino a quel momento denominato Waterloo.

Che abbia deliberato in tal senso (cambiandone il riferimento) perché di secondo nome si chiamava Bonaparte?