In Pennsylvania nel 2016 le periferie e le campagne hanno sconfitto le città e Trump ha vinto

Sapete com’è.

Per via dei fusi orari, seguiamo in ore per noi notturne le votazioni USA in programma il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre per la scelta dei Grandi Elettori.

E capita con il trascorrere del tempo che la carta geografica dei singoli Stati, con i sondaggi, poi gli exit polls, le prime rilevazioni e infine lo spoglio delle schede avviandoci noi al mattino cambi colore.

Questo perché laddove si vota democratico domina il blu mentre dove vincono i repubblicani il rosso,

(‘Blue States’ e ‘Red States’, difatti).

Uno degli Stati che, preferendolo, ha permesso a Donald Trump di arrivare nel 2016 a White House è stato la Pennsylvania.

Ed è guardando alle sue diverse colorazioni e alle ragioni dei mutamenti che si capisce come è andata.

E si comprende dove un democratico che voglia riconquistare quei venti voti elettorali deve battere.

Succede quasi sempre – ed è accaduto nell’ultima circostanza – che gli exit poll e i voti sui quali ci si basa per attribuire, salvo smentite, all’uno o all’altro i Grandi Elettori siano quelli delle città, dalle più popolate a scendere e in ultimo delle campagne.

Ebbene, arrivarono l’8 novembre 2016 i primi dati da Philadelphia e la cartina venne subito colorata di blu: tutti o quasi per Hillary.

Poi da Pittsburgh: sempre blu ma più sbiadito.

Infine i voti delle cittadine periferiche e soprattutto delle campagne e il blu scolorando lasciava via via campo a un pallido arancione, a un rosso poco profondo e alla fine al rosso pieno.

Le città avevano votato democratico ma non abbastanza per contenere il ritorno repubblicano determinato in particolare dai lavoratori delle periferie e dei campi.

Trump si muove per ripetere lo stesso risultato (e così dappertutto).

Il competitor dovrà convincere proprio periferie e campagne della bontà delle sue proposte.

Bella lotta.

P.S. Il 3 novembre 2020 aspettiamo prima di assegnare la Pennsylvania ai democratici che certamente dai primi dati risulteranno in testa.

Aspettiamo i voti di periferie e campagne per non ripetere l’errore di valutazione.