In prospettiva: i votanti democratici aumentano e i candidati repubblicani vincono!

Uno dei problemi – e non certamente quello di minor conto – che il Partito Democratico si trova davanti è quello, rilevato, dell’aumento dei suoi votanti laddove, considerato il sistema elettorale americano, ‘non servono’.

Molto semplicemente, per capirci: se, come i sondaggi dicono, gli asinelli crescono numericamente e percentualmente in California (nelle Mid Term del 2018, rispetto a soli due anni prima, hanno scalzato altri sette repubblicani arrivando ad avere quarantasei Rappresentanti su cinquantatre!) dal punto di vista, decisivo nelle Presidenziali, della conquista dei Grandi Elettori di quello Stato, non serve a niente.

A niente, in modo assoluto.

Nel 2016, Hillary Rodham Clinton vinse il Golden State con milioni e milioni di voti in più di Donald Trump.

Avrebbe catturato i cinquantacinque membri del Collegio che effettivamente eleggono il Presidente che spettano allo Stato con capitale Sacramento anche vincendo il voto popolare per una sola preferenza in più.

(Per inciso, altrettanto sta accadendo nel New York: nel 2016 i Rappresentanti repubblicani erano colà nove su ventisette, dalle votazioni 2018 sono sei).

Il feroce ‘winner take all’ assoluto non perdona.

Ed è applicato dappertutto nell’Unione tranne che nel Maine e in Nebraska.

In prospettiva – e d’altra parte è accaduto due volte (2000 e 2016) in pochi anni – dobbiamo aspettarci che spesso i democratici riportino a livello Paese il maggior numero di voti popolari perdendo regolarmente lo scranno di Washington.