‘Ipotesi McMullin’

Per un non poi tanto breve periodo, nel corso delle fasi conclusive della campagna presidenziale del 2016, fu possibile ipotizzare una particolarissima soluzione.

L’ex agente della CIA Evan McMullin si era infatti candidato come indipendente e sembrava in grado di vincere nello Utah (dove ottenne comunque un consenso superiore al ventuno per cento).

Mormone, non solamente per questo, godeva colà di un forte seguito.

Ora, avesse vinto conquistando i sei Grandi Elettori ai quali quello Stato ha diritto, avrebbe potuto, in caso di esito davvero al fotofinish tra Trump e Hillary, essere il terzo incomodo.

Spieghiamo perché.

Cinquecentotrentotto il numero totale dei predetti Grandi Elettori e di conseguenza duecentosettanta la maggioranza assoluta da raggiungere.

Sottraendo a cinquecentotrentotto i sei dello Stato mormone, avrebbe potuto occorrere che né il tycoon né la ex First Lady arrivassero appunto a duecentosettanta.

Ove ciò fosse accaduto, il Collegio Elettorale, il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre del 2016, riunendosi, non avrebbe potuto nominare il Presidente e la scelta finale sarebbe passata nel gennaio seguente, secondo il disposto del Dodicesimo Emendamento datato 1804, alla Camera dei Rappresentanti, che, recita la norma citata, avrebbe dovuto scegliere “tra i primi tre candidati classificati”.

Nel caso – modificando radicalmente lo stato delle cose che vuole che i territori statali più abitati abbiano un numero di Grandi Elettori più cospicuo (la California ha cinquantacinque membri del Collegio mentre, per dire, l’Alaska ne ha tre) e contino evidentemente molto di più – ogni Stato ha un voto.

Ragione per la quale, in tale circostanza e tornando all’esempio precedente, la California e l’Alaska hanno esattamente lo stesso peso.

Ora, quella che ho definito ‘ipotesi McMullin’ prendendo evidentemente a prestito il nome del citato candidato indipendente, potrebbe (anzi, dovrebbe!) essere organizzata nascostamente dai repubblicani.

Come?

Permettendo a un ‘loro’ terzo di vincere in qualche Stato ‘minore’,

Presto detto e ovvio il perché.

I ‘Red States’ – a maggioranza GOP – sono molti di più dei ‘Blue States’ – democratici – invece maggiormente popolati.

Se un terzo candidato indipendente porta via un numero sufficiente di Grandi Elettori e il Collegio non riesce a nominare il Capo dello Stato, alla Camera, poi, prevarrebbe sempre, con certezza assoluta, il repubblicano!!!