Joe Biden, più da vicino. Con un’occhiata a Kamala Harris

A partire dal 20 gennaio 2021, Joe Biden sarà il 46° Presidente degli Stati Uniti d’America e la 45ª persona a ricoprire l’incarico.
(Grover Cleveland è difatti due volte conteggiato essendo stato eletto in due occasioni sì ma non consecutivamente).
Erano quelle del trascorso 3 novembre 2020 le 59ᵉ votazioni cosiddette Presidenziali.
Era quella la 41ª volta nella quale si fronteggiavano democratici e repubblicani.
Considerando Andrew Jackson tale, è il 15° esponente del suo partito vincente.
Guardando all’accennato confronto/scontro tra i due movimenti egemoni che ha preso il via nel 1856, l’11°.
È l’oggi settantottenne Biden il più anziano arrivato alla Executive Mansion, il secondo Capo dello Stato USA nato in Pennsylvania e, guardando al ‘peso’ elettorale minimo in termini di Grandi Elettori (3) dello Stato che lo ha a suo tempo incardinato più volte al Senato, il Delaware, rappresenta certamente una straordinarietà.
Quanto alla religione, è il secondo cattolico vincente dopo John Kennedy.
Ricordato per inciso che i Vicepresidenti (8) subentrati causa decesso o dimissioni (1) sono appunto in totale 9, è invero il primo tra quanti come lui hanno fatto parte in seconda posizione di un ticket vincente a prevalere in una elezione non immediatamente seguente (cosa che hanno invece fatto John Adams, Thomas Jefferson, Martin Van Buren e George Herbert Bush).
Non si è difatti proposto nel 2016, ma quattro anni dopo.
(Vanno qui ricordati comunque i due precedenti non riusciti tentativi di Biden di ottenere la nomination democratica datati 1988 e 2008, allorquando infine si aggiunse ad Obama).
Ove si guardi alla investitura ufficiale 2020, per quanto considerato, quale moderato, in partenza il favorito, Biden ha conseguito a febbraio risultati senza dubbio deludenti sia nel Caucus dell’Iowa che nelle Primarie del New Hampshire.
È il 29 di quel mese, che, fortemente appoggiato dall’establishment dem che convince molti dei competitori d’area non solo a ritirarsi dalla corsa ma a sostenerlo, che prevalendo finalmente in South Carolina (altresì in ragione della locale forte partecipazione al voto dei neri), si annuncia quale ‘Front Runner.
Superato nel successivo ‘Super Tuesday’ un Bernie Sanders che deve invece fronteggiare la concorrenza di Elizabeth Warren, arriva ad essere il ‘candidato in pectore’ degli Asinelli il seguente 8 aprile, nel momento in cui il citato Senatore del Vermont prende atto della per lui bloccata situazione.
Nominato ufficialmente in agosto nella successiva virtuale Convention di Milwaukee, Wisconsin, ha dipoi condotto una assai intelligente campagna in qualche modo ‘statica’ nella quale ha saputo bene articolarsi approfittando – in politica perché no? – delle gravi difficoltà del Presidente repubblicano (nel frattempo, massacrato dai media, tutti al suo fianco schierati) derivanti in primo luogo dall’arrivo e dal prevalere praticamente su tutto dell’epidemia da Covid 19.
(Una ‘prima’ assoluta visto che la Spagnola aveva avuto elettoralmente parlando la massima presa nelle Mid Term 1918).
È in particolare per via – certamente non solo ma quanto fortemente ha influito? – della malattia che il voto postale e quello anticipato hanno nella circostanza raggiunto numeri mai prima neppure ipotizzati.
(Sul tema possibili truffe conseguenti e soprattutto sul fatto incontrovertibile che l’identità dell’elettore è garantita solo dal voto ai seggi ho più volte scritto).
Il 4 dicembre – accettabile così sia oltre un mese dopo? – i dati non sono ancora ufficializzati in numerosi Stati.
Devono esserlo l’8 giorno nel quale vengono resi noti i nomi e le appartenenze dei Grandi Elettori che poi il 14 dicembre, nel Collegio, (si dice siano 306 quando la maggioranza assoluta è 270) lo eleggeranno.
Pare comunque – quanto al numero degli elettori comunque partecipanti – che siano oltre 180 milioni, un vero record.
Più di 81 quelli del democratico (primato assoluto).
Più di 74 quelli dello sconfitto (record).
Con una partecipazione percentuale che a questi livelli non si raggiungeva dal 1900!
Con lui – Vice a suo tempo indicata per quanto non avesse seguito nei sondaggi se non al 3 per cento – la Senatrice della California Kamala Harris.
È certamente la prima donna che viene eletta, ma non si tratta affatto di una ‘Afroamericana’ – come è stata e viene indicata (la medesima bugia a fini di ‘captatio benevolentiae’ razziale e in fondo razzista) usata per il ‘Kenyan American’ Obama – essendo per padre Giamaicana e per linea materna Tamil.
Non è inoltre neppure la prima persona di colore alla Vice Presidenza perché l’onore nel caso spetta a Charles Curtis, in parte Nativo Americano, sullo stesso scranno tra il 1929 e il 1933.