La Clausola dei Tre Quinti e l’elezione di Thomas Jefferson

Si era discusso a lungo in sede costituzionale a proposito del ‘peso’ che dovevano avere elettoralmente parlando gli schiavi neri, i quali, stando ai risultati del primo Censimento del 1790 erano poco più di settecentocinquantamila (sessantamila dei quali uomini liberi).
Non dovevano avere – ovviamente, dato il momento storico – diritto di voto ma gli Stati del Sud, dove erano praticamente tutti concentrati, volevano contassero.
Fu attraverso un compromesso che si decise di considerare ai fini delle votazioni per la Camera dei Rappresentanti nonché degli Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni visto che hanno lo specifico compito di eleggere il Presidente) il loro numero per i tre quinti del totale.
In conseguenza, molto più forti le rappresentanze dei Sudisti nel consesso camerale e nel Collegio addetto alla ‘vera’ elezione del Presidente.
Lo storico Garry Wills, facendo i conti relativi alle votazioni del 1800 come se la clausola dei tre quinti non fosse esistita, ha concluso che la vittoria sarebbe spettata all’incumbent John Adams e che Thomas Jefferson non avrebbe conquistato la Executive Mansion.
Jefferson, mica un frillo qualsiasi!

18 marzo 2024