La ‘clausola del nonno’

Ok, sei un democratico del Sud e devi trovare il modo di impedire ai neri di votare.
Ok, hanno ottenuto il diritto di farlo dopo l’approvazione dell’Emendamento del 1868 e quello del 1870 e fino a quando il tuo Stato è rimasto, dopo la fine della Guerra di Secessione, per così dire ‘sotto sorveglianza’ da parte del Nord vincitore lo hanno esercitato.
Ma non sei affatto d’accordo.
Così, appena ti è possibile e le circostanze storiche te lo consentono, metti in cantiere e in opera norme locali che in buona sostanza escludano dai seggi i ‘colored’.
Il pagamento ‘volontario’ di una imposta elettorale alquanto onerosa, per cominciare.
La necessità poi di superare un esame di cultura nel quale occorre dimostrare non solo di saper leggere e scrivere ma anche di saper interpretare la Costituzione.
E riesci verso fine Ottocento a ridurre davvero drasticamente il ‘fastidio’.
Solo che capita anche – e non ti era venuto alla mente potesse accadere – che con un gran numero di neri debbano essere cancellati dalle liste elettorali anche molti bianchi che tra imposta ed esame non ce la fanno.
Non sia mai!
Come puoi rimediare?
Inventando una norma (dapprima applicata in Louisiana e poi dovunque) che dica che hanno diritto di esprimersi ai seggi tutti i maschi adulti il cui padre o il nonno avevano votato prima del 1867 escludendo in questo modo i neri impediti al suffragio in precedenza.
È questa la cosiddetta ‘clausola del nonno’.
E funziona!