La ferita inferta al ‘Dilemma di Madison’

In un sistema democratico – semplificandone al massimo il dire – il Padre della Patria USA e futuro Presidente James Madison riteneva necessario e indispensabile sia che la maggioranza espressa alle urne dagli elettori potesse governare, sia che le istanze delle minoranze fossero tenute in considerazione.
Difficile evidentemente ma necessario mantenere l’impegno e il giusto equilibrio.
Talmente difficile che, dopo un lungo periodo storico nel quale le necessità minoritarie sono state tenute in ben poca considerazione, oggi non da oggi, prevalgono costantemente sul volere della predetta maggioranza.
È da qualche buon decennio infatti che, accusati bellamente di sopraffazione, i più sono obbligati a dare non solo voce ma obbedienza (non credo affatto di esagerare) ai meno.
Gli esempi, in gran numero elencandoli, sono sotto gli occhi di tutti.
Volendo fare in questo ambito ricorso al concetto noto come ‘Finestra di Overton’, non si può non notare come appunto le minoranze, a tal fine operanti, siano riuscite a far sì, con la violenza fisica oltre che con quella morale, che istanze un tempo semplicemente inaccettabili siano, seguendo i gradini nella ‘Finestra’ elencati, addirittura legalizzate e non sia più possibile porle in discussione.
Così ‘ferito’ – a morte? – l’assunto madisoniano, ripiegando vie più nel timore di essere additati come fascisti (tutti gli oppositori lo sono!) quanti esprimono idee non politicamente corrette e quindi ovviamente retrograde e vessatorie, siamo al ripiego della ‘sorda e dittatoriale’ maggioranza e al trionfo di qualsivoglia idea e invero alla negazione della, tanto invocata da quanti si impongono sopraffacendo, Democrazia!