‘La maledizione dell’anno zero’

Eletto nel 1840, entrato in carica il 4 marzo 1841, il Presidente William Harrison pronunciò un lungo discorso di insediamento sotto la pioggia e a capo scoperto.

Prese la polmonite e morì il successivo 4 aprile.

La più breve Presidenza dell’intera storia USA.

Vittorioso una prima volta nel 1860, Abraham Lincoln, come tutti sanno, fu assassinato in un teatro il 15 aprile 1865 poco dopo il suo secondo insediamento.

Eletto nel 1880, James Garfield morì nel settembre del 1881 due mesi dopo essere stato ferito da un avvocato senza arte né parte.

Vincitore nel 1900 (per la seconda volta), William McKinley venne a morte per mano di un anarchico nel settembre del 1901.

1920, Warren Harding conquista White House.

Amatissimo e malgrado questo contestato, speculatore, femminiere, morì pressoché improvvisamente nell’agosto del 1923 a San Francisco.

Ed eccoci al 1940, anno della terza elezione di Franklin Delano Roosevelt.

Il Presidente del ‘New Deal’ morirà d’infarto più tardi, il

12 aprile 1945.

Nel 1960 vince la disfida elettorale un giovane di religione cattolica (caso unico), portatore di mille speranze e dell’idea di una ‘Nuova frontiera’.

Si chiama John Fitzgerald Kennedy e muore per mano di uno o più killer, come ognun sa, a Dallas il 22 novembre 1963.

Ronald Reagan – eletto nel 1980 – rischia seriamente la pelle quando uno squilibrato gli spara il 30 marzo 1981.

George Walker Bush, vittorioso la prima volta nel 2000, ha corso un pericolo di non poco conto allorquando un pretzel gli andò di traverso.

Evidentemente “la maledizione dell’anno zero” – così fu chiamata la ricordata concatenazione di eventi nefasti che ha riguardato i Presidenti William Harrison, Abraham Lincoln, James Garfield, William McKinley, Warren Harding, Franklin Delano Roosevelt e John Fitzgerald Kennedy, tutti eletti o confermati in un anno appunto con finale zero e deceduti in carica – è andata attenuandosi con Ronald Reagan e ancora più con George Walker Bush.

Ciononostante, occorre una certa dose di coraggio per candidarsi nel 2020, il prossimo appuntamento elettorale con tale terminale.

Ammesso (e non concesso) che i pretendenti a White House siano a conoscenza di questi inquietanti trascorsi.