La prima volta nella quale il perdente riconobbe la sconfitta

Correva l’anno del Signore 1896 e per la Casa Bianca, non essendo più in corsa il democratico Grover Cleveland (che aveva vinto 3 voti popolari di fila nel 1884, 1888 e 1892, perdendo però per Grandi Elettori la seconda volta), si sfidavano il giovanissimo Asinello trentaseienne William Jennings Bryan – oratore tra i massimi della intera vita politica americana – e il solido Governatore dell’Ohio del Grand Old Party William McKinley.
Grande l’impegno di Bryan per ogni dove con una campagna elettorale itinerante che vedeva partecipazioni popolari oceaniche che facevano pensare ad un suo successo indiscutibile.
Era perfino appoggiato da un secondo partito, quello populista.
“Piazze piene ed urne vuote” – non può questa antica cattiveria essere usata a proposito del risultato del democratico che, sconfitto, trovò modo di candidarsi nuovamente 4 e 12 anni dopo, ogni volta perdendo.
Resta certamente a significarne persona e carattere il fatto che sia stato il primo candidato alla Executive Mansion battuto che abbia riconosciuto il negativo risultato e abbia assicurato al vincitore, oltre agli auguri, per quanto possibile, sostegno.
Lo fece attraverso uno storico telegramma.
Chapeau!