La Rivoluzione prossima ventura (!?)

Differenze non da poco tra i candidati dem in competizione quanto al comune ‘nemico’ o ‘avversario’ (dipende), Donald Trump.

In sintesi, Bernie Sanders e Elizabeth Warren – da sinistra, per semplificare – vedono nel tycoon la rappresentazione di una America che assolutamente e radicalmente vogliono cambiare.
Di una società, in soldoni, dominata dall’economia, tesa al profitto, infinitamente carente sul piano sociale, dei diritti civili capitalista e per ciò stesso esecrabile.
Sanders ha ben esplicitato le proprie idee al riguardo – mai nascondendosi e definendosi senza remore ‘socialista’ – fin dalla sua apparizione sulla scena nazionale nella campagna del 2016.

Joe Biden – dal centro, ancora per semplificare, ed essendo uomo ideologicamente non estremo – coglie e denuncia in Donald Trump come persona l’avversario da battere.
Da battere, senza rivoluzioni, a suo modo di vedere è il ‘metodo’ dell’incumbent.
Occorre allontanare Trump non in quanto rappresentante di un Paese e di un vivere sociale che si vuole ribaltare ma perché lo si ritiene sostanzialmente un dilettante incapace e pericoloso.

Questo – mille le sfumature ove si guardi agli altri candidati democratici – in buona sostanza il quadro.

Storicamente, anche tra i repubblicani (accomunati in proposito) – ma le cose cambiano e a volte d’un solo colpo – i candidati a White House radicali e pertanto bene accetti agli elettori dei due schieramenti ‘duri e puri’ che più corposamente prendono parte a Caucus e Primarie a novembre, nelle urne nazionali, perdono.
È sulla base dell’esperienza (e invero, oggi, anche dei sondaggi), quindi e pertanto, che si sostiene che Donald Trump deve temere un oppositore di centro.

Accadrà, però, prima o dopo, tanto declinanti sono gli Wasp – già l’elezione nel 2008 di Barack Obama andava, in qualche modo e non esplicitamente, in quella direzione – il contrario.

Il lontano precedente?
Nel 1828, allorquando la scalpitante borghesia che aveva trovato rappresentazione in Andrew Jackson escluse dalla guida del Paese l’aristocrazia (a quel preciso momento personalizzata in John Quincy Adams) che lo aveva ideato, concretizzato e, soprattutto, tanto compiutamente e bene istituzionalizzato.